Nel 2010, a distanza di tredici anni dalla sua nascita in America, non ho ancora esattamente capito cosa sia un blog.
D’altronde, chi mi conosce bene sa che, al pari di Woody Allen, ho un rapporto catastrofico con la tecnologia: se passo sotto ad un lampadario a gocce, si mette a piovere.
Mi si dice che il blog è una sorta di diario online, dove “postare” i propri pensieri, opinioni, riflessioni, considerazioni ed altro.
Mi si dice inoltre che tutto ciò può essere captato, letto, commentato e condiviso da chiunque voglia farlo, in qualsiasi parte del mondo, in qualsiasi giorno dell’anno e a qualunque ora. Un movimento incredibile, sembrerebbe!

Questo blog sarà quindi un esperimento, oltre che un divertissement.

Se fra qualche mese sarò ancora qui da solo a lucidare l’argenteria in attesa di ospiti, vorrà dire che non ho capito un piffero e non mi resterà che tornare alla mia vecchia, cara “lettera 32”
.



mercoledì 20 ottobre 2010

Se Laura... (capitolo 1)

George Byron diceva: “Se Laura fosse stata la moglie del Petrarca, pensate che lui avrebbe scritto sonetti per tutta la vita?”
  A noi restano i suoi scritti, d’accordo, ma andatelo a chiedere al Petrarca, cosa avrebbe preferito!
  Mi par di vedere questo pover’uomo passare tutta la vita a ciondolare da una sedia all’altra sospirarando il nome di lei, a consumarsi d’amore, a scrivere fiumi di parole, chilometrate di lettere, un intero Canzoniere, a martoriarsi il cervello sbattendo la testa contro il muro, per capire cosa escogitare per conquistarla.
  E lei, Laura?
  Niente. Nisba.
  Come se non bastasse, Lui continuò imperterrito a scriverle sonetti  -  ben centotre, mica uno! – anche dopo la morte di lei.
  Se considerate che Petrarca morì  nel 1374 e incontrò Laura per la prima volta nel 1327, il calcolo è presto fatto: questo poveretto si è massacrato l’esistenza per ben 47 anni, mica chiacchiere!
 
  Molto meglio sarebbe stato, secondo me, andare da lei e dirle:

“Senti Cocca, qua bisogna prendere provvedimenti: è da quando ti ho vista la prima volta che non ho pace e non dormo più la notte. Ogni qualvolta ti incontro balbetto come un deficiente. Arrivare a casa diventa sistematicamente un’impresa titanica perché, tanto son rapito dal pensiero tuo, non ricordo più la strada ritrovandomi ogni volta a Grosseto invece che ad Arezzo, dove vivo. A fare avanti e indietro ho i piedi gonfi come canotti, e non si riesce a trovare un taxi nemmeno a pagarlo una paccata di sonetti. Ieri sera ho pure rischiato di essere arrestato per vagabondaggio. Una faticaccia, credimi. Concediti e  facciamola finita!”

  Macchè!
  Lui zitto e giù a scrivere.

  A distanza di secoli è ancora lì che scrive, tanto che nell’aldilà  hanno dovuto varare una manovra correttiva alla finanziaria per comprargli vagonate di carta, penne e calamai, che non si sa più dove metterli. Hanno persino  dovuto riscrivere il Piano Regolatore, per prevedere ettari di capannoni necessari ad infilarci i suoi papiri.
  Di tanto in tanto Lui rincontra Laura, continua a balbettare come un deficiente e a non trovare la strada di casa, ma lei niente. Nemmeno un caffè in piedi.

  Aveva proprio ragione Oscar Wilde, quando diceva che il mistero dell’amore è più grande del mistero della morte!
 
  Non sono il Petrarca, evidentemente, e ogni paragone sarebbe a dir poco blasfemo.
  Se me lo concedete, però, io un po’ più fortunato di Lui lo sono stato, e per almeno due ragioni.
  Intanto non so se Laura fosse, esteticamente parlando,  tutto questo granchè. Invece la mia “Laura”, ragazzi miei, era certamente da urlo.
  E poi io, almeno, sono stato corrisposto per un po’, non mi sono angustiato il cervello per nulla, per un’idea e basta!
  Voi starete pensando, però, che se sono qui a riempire queste pagine è perché sì sono stato corrisposto, ma poi sono anche stato mollato, altrimenti che ci starei a fare?
  Giusto.
  Siete crudeli a ricordarmelo, ma è giusto. Avete ragione.
  E allora?
  Perché, voi non siete mai stati mollati??
  Faccio due conti: l’ho conosciuta oltre cinque anni fa e mi ha mollato da qualche mese. Vista la tranvata che ho preso e se i conti sono esatti, occhio e croce fra 41 anni, 6 mesi, tre o quattro giorni e una manciata di minuti, il Guinness dei Primati per la pena d’amore più lunga sarà mio, alla faccia del Petrarca. Per l'aldilà, vedremo.
  Tutti i segnali, d’altronde, indicano questa direzione.
  Oddio, se proprio devo dirla tutta farei volentieri a meno di vincere questo primato, ma tant’è. Bisogna accontentarsi di quello che la vita dà.
  E La vita a me ha dato molto, per la verità.
  Aver conosciuto la mia “Laura”, aver potuto vivere i suoi occhi, i suoi sorrisi, l’aver potuto asciugare le sue lacrime, l’essermi potuto nutrire dei suoi sospiri, inebriare del suo profumo, perdere nel suono della sua voce, è stato il dono più prezioso in assoluto.
  Ripercorrere le emozioni, le sensazioni, i ricordi di un amore così importante, poi, dovrebbe essere per tutti un momento per fermarsi un po’ e cercare di capire.
  A volte si trascura di farlo, presi come si è ad inseguire affannosamente qualcosa che non esiste, se non nella nostra immaginazione.
  E’ importante fermarci. Per capire come mai spesso abbiamo tra le dita ciò che cerchiamo da sempre, ma i nostri occhi continuano comunque a volgersi verso l’orizzonte, a perdersi nell’infinito. Guardano sempre altrove senza mai posarsi giù, dove invece scoprirebbero che ciò che stiamo cercando è lì, ed è già nostro.
  Le nostre dita si allentano distratte, e non ci accorgiamo che ciò che abbiamo di più prezioso ci sta scivolando via, ed allora lo avremo perso per sempre.
  Fermarsi è importante. Per comprendere che nella frenesia non si trova mai la pace, che nella spasmodica ricerca di qualcosa, alla fine, si dimentica  ciò che si stava realmente  cercando.
  Quando ci si rende conto di questo e ci si ferma, però, ormai si è soli.
 Soli, a leccarsi le ferite di una battaglia impari, perché è impossibile lottare contro la propria inettitudine e illudersi di poterla sconfiggere.

38 commenti:

  1. Che dire...divertente ed intrigante. Spero che siano in tanti a seguire questo blog e ad aspettare, come me, il prossimo capitolo...

    RispondiElimina
  2. Ciao, credo proprio sia necessario fermarsi ogni tanto, per un momento di buona lettura, per riflettere un po' e anche sdrammatizzare intorno alle disavventure dell'amore...a quando la prossima riflessione?

    RispondiElimina
  3. A breve il prossimo post. Grazie per aver lasciato traccia del vostro passaggio, segno che anche voi vi siete fermati, per un attimo, a riflettere con me.

    RispondiElimina
  4. condivido in tutti i modi, anche su FB! Certo Petrarca aveva trovato il modo di camparci con i sonetti a Laura, e guardare sempre all'infinito è una cosa ,credo, più maschile. bene comunque seguirò il tuo blog. grazie

    RispondiElimina
  5. @Louise: è vero che gli uomini guardano all'infinito, perchè sono eterni sognatori. E' anche vero che le donne, quando smettono di amare, acquisiscono la cinica freddezza di un vecchio avvocato. Cosa sarà meglio, delle due cose?

    RispondiElimina
  6. paoloivaldi@gmail.com21 ottobre 2010 alle ore 18:03

    sono piacevolmente colpito da questa rilettura sdrammatizzante dei grandi Amori. Mi chiedo:è prevista una rilettura di Lancillotto e Ginevra?

    RispondiElimina
  7. Grazie,Paolo. Per ora posso solo dirti che fra qualche giorno posterò le disavventure di un tuo omonimo.

    RispondiElimina
  8. vi do una news: sembra che qualche sera fa Laura abbia visto Petrarca a cena con Beatrice, al Paradise e pare abbia fatto una scenata di gelosia indescrivibile. Povero Petrarca, non gliene va bene una

    RispondiElimina
  9. Ho avuto la stessa notizia, Veneziano. Sembrerebbe pure che Laura gli abbia urlato:" Scrivi un solo sonetto a questa sciacquetta e ti trancio le mani!"

    RispondiElimina
  10. Prendiamola a ridere che è meglio. Si soffre troppo in amore per essere anche seri. :)
    PS complimenti

    RispondiElimina
  11. Petrarca: Ti amo Laura, e tu?
    Laura: Guardo la spiaggia e vedo te, alzo lo sguardo per guardare il mare e vedo te, lo alzo ancora per guardare il sole e vedo sempre te: O Petrarca, togliersi un pò dalle palle no????

    RispondiElimina
  12. scusate l'intrusione bella gente, ma può servire uno strizzacervelli per tutta la banda? :o)

    RispondiElimina
  13. Beh, non ho mai dubitato delle tue doti di oratore, ma scoprirti scrittore è molto interessante.
    Sono da sempre una tua fan, lo sai, da questo blog in poi non ci sono più dubbi.
    Serve una Traduttrice...?
    Fiammetta
    PS Certo potevi anche fingerti Boccaccio, e dedicare il blog a me...

    RispondiElimina
  14. Come mi sarebbe piaciuto un Petrarca che amasse la sua "laura" come la ami tu. Accetterei non un caffè in piedi, ma dieci da seduti. ;-)
    Bravo, ti seguirò!

    RispondiElimina
  15. Interessante, l'incipit ricorda lo stile del romanzo di formazione, ma con piglio personale e dose di humor. Gino Pitaro

    RispondiElimina
  16. anche scrittore!!!
    simpatica lettura ironica e ....furbina..e...mi piace!!un abbraccio

    RispondiElimina
  17. e' bellissimo e si legge un daniele insolito..umano, sentimentale...bello mi piace...mi piaci cosi'...molto!!

    RispondiElimina
  18. Finalmente qualcosa di gadevole nel mare magnum di internet e fb... condivido senz'altro e... NON MOLLARE.

    RispondiElimina
  19. Un commosso grazie a tutti... mercoledì 27/10 il prossimo post.

    RispondiElimina
  20. carino e accattivante. VOGLIO ANCHE IO IL MIO PETRARCA PERSONALE, TROVATEMELO!!!

    RispondiElimina
  21. CI evitiamo la fatica, Milena. Quando avete Petrarca cercate Boccaccio. Quando avete Boccaccio cercate il postino. Scherzo e non disperare, sta arrivando l'idraulico... Incontentabili siete! ;-)

    RispondiElimina
  22. Giangy, il problema è che in circolazione ci sono principalmente "postini" e "idraulici". Di Petrarca e Boccacci neanche l'ombra, tranne qualche rara mosca bianca che però "sonetta" già.

    RispondiElimina
  23. Bello pero' partire da una considerazione scherzosa e dissacrante nei confronti del Petrarca e del suo amore per Laura per poi comunque fare considerazioni cosi' "profonde"!!Se la prima parte mi ha fatto tanto sorridere , la seconda meno, decisamente meno ma perche' mi ha fatto capire , se mai ne avessi bisogno , che, oltre a quello che dice l'autore , ancora piu' frequentemente , vediamo e capiamo bene quello che ci potrebbe rendere felici ma non possiamo averlo perche' negato dalla circostanze , dalle lontananze , e da mille altri impedimenti . Eppure e' lì e vorrebbe e potrebbe farsi prendere ma e' impossibile .....

    RispondiElimina
  24. Mi sono immedesimata in questa lettura. Ho avuto la fortuna di avere il mio Petrarca ma anche le mie dita si sono allentate distratte, e lui è scivolato via... per sempre, purtroppo.

    RispondiElimina
  25. ecco, avrò di che non dormire questa notte. Avrò di che pensare, stanotte. E' importante fermarci, hai ragione. Per capire. GRAZIE.
    Annalisa

    RispondiElimina
  26. mi sono fermata.
    Ho capito, leggendo Rosamunde Pilcher,che
    amare non significa trovare la perfezione, ma perdonare terribili difetti, ed io ho perdonato.
    Grazie per avermi aiutata a fermarmi.
    Annalisa

    RispondiElimina
  27. E' vero che amare non significa trovare la perfezione ma non è neanche "perdonare" terribili difetti...fermati sì, ma per capire... i difetti di chi ti è a fianco non vanno perdonati, ma accettati, perchè il tuo lui è anche quello. Amare non è imporsi di accettare difetti terribili...è avere il coraggio anche di guardare oltre, per cercare un Petrarca che ci faccia sentire amate in maniera dignitosa, completa, totale, complice in un rapporto alla pari in cui non ci sia niente da perdonare perchè il rispetto reciproco è la base del rapporto.
    Giulia

    RispondiElimina
  28. Hai ragione Giulia. E' importante guardare oltre ai difetti, perchè se non accettiamo i difetti delle persone che diciamo di amare probabilmente il nostro è un amore che è condizionato da alcuni fattori. L'amore sincero invece non pone condizioni. Se si ama, si ama e basta. Io la penso così.

    RispondiElimina
  29. Salve a tutti,ho visitato questo blog ed ho dato una sbirciata ai commenti qui "postati" e, per riprenderne uno,credo che i pensieri nn debbano avere un ordine preciso e costante perchè vanno bene come vengono in mente:se si inizia un discorso in tono scherzoso è anche per rompere il ghiaccio per poi continuare anche con toni più seri e riflessivi..Immagino che sia come quando si incontra una persona per la prima volta che di primo impatto voglia essere goliardica e scanzonata,ma poi, quando la si conosce meglio,sia profonda ed accorta al momento opportuno.. L'importante è averne di pensieri! Come inizio niente male ! Aspettiamo il seguito !

    RispondiElimina
  30. bello mi sta' proprio piacendo.....un capitolo alla settimana?e devo aspettare cosi' tanto?dai che vai forte..

    RispondiElimina
  31. ...... Ahhhhhhhhh...... che uomo!

    RispondiElimina
  32. basta rompere il modello...niente di più arduo...

    RispondiElimina
  33. Teniamocelo, Fiammetta... perlomeno per vedere come continua... ci si acoontenta, in mancanza d'altro...

    RispondiElimina
  34. Nessun fallimento ma solo la presa di coscienza che ciò che abbiamo ardentemente desiderato e chiesto a noi stessi si è compiuto. Il finale sta nella nostra penna, giustamente.
    Carino.. grazie!

    RispondiElimina
  35. Hai ragione, Enrica... tutto si è ormai compiuto... e la penna è l'ultima cosa che rimane.
    Grazie a te, e a voi.

    RispondiElimina
  36. "Laura" ringrazia
    ...per l'articolo,
    ...il quadro,
    ...il nome del blog,
    ...per tutto!

    Buona fortuna!

    RispondiElimina
  37. ... alla fine, i ringraziamenti sono sempre doverosi... anche se freddi... distaccati... formali... ringraziamenti che arrivano da lontano, da molto lontano, ormai... ma che giungono comunque al cuore, come una lama che trafigge e lacera....

    Buona fortuna

    RispondiElimina
  38. Serena scrive....
    Quel dolcissimo uomo che sei ...l'ho sempre avvertito...dolce tenero...riflessivo...con un pizzico di tristezza che tenta di nascondere ....in mezzo ad una sana ironia.

    RispondiElimina